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La Battaglia di Anghiari

Vieni a scoprire la vera storia sulla battaglia, ma goditi allo stesso tempo la bellezza di questo luogo!

E' difficile pensare che il piccolo e tranquillo borgo di Anghiari, caratterizzato da pittoresche stradine in pietra e graziosi negozietti tipici, sia stato davvero teatro di una delle battaglie più decisive del XV° secolo, con la quale vennero stabiliti i confini geografici che ancora oggi conosciamo.

La battaglia di Anghiari fu cruciale nella storia della "bassa" Toscana perchè, quando il Duca di Milano abbandonò i territori in seguito alla sua sconfitta, fu semplice per i Fiorentini approfittare della situazione per stabilizzare il proprio potere ed il proprio dominio sull'area. Questa fu, infatti, considerata una delle vittorie definitive per le truppe fiorentine che, in questo modo, consolidarono il loro potere su questa zona della penisola italiana. 

Piccolo borgo tipicamente toscano

Il borgo medievale di Anghiari, in provincia di Arezzo, fu al centro di questa famosa battaglia nella quale le truppe Fiorentine, fiancheggiate dallo Stato Pontificio, affrontarono le truppe Milanesi, che, conquistata Sansepolcro, miravano ad ampliare ulteriormente i possessi del Duca di Milano.

Era il 29 Giugno 1440 quando i due eserciti, guidati rispettivamente da Michelotto Attendolo e Giampaolo Orsini e da Niccolò Piccinino, si fronteggiarono nella pianura sotto Anghiari (indicata ancora adesso come "Piana della Battaglia"). Lo scontro si risolse al termine della giornata con la vittoria dei Fiorentini.

La battaglia fu breve e non particolarmente cruenta, tanto che Niccolò Machiavelli ironicamente scrisse che quel giorno morì un solo soldato e perché fu fatto cadere dal proprio cavallo, alludendo al fatto che i soldati fossero per lo più mercenari e quindi poco disposti a combattere. 

Anghiari: un salto indietro nel tempo

Recentemente aggiunto alla lista dei "Borghi più belli d'Italia", Anghiari ha saputo come dar nuova vita al suo centro storico con negozi e ristoranti, molti dei quali specializzati in prodotti locali e prelibatezze culinarie, come i tartufi ed i funghi. Gli stretti vicoli del centro storico, ancora in pietra, le scalinate e gli edifici sono stati ristrutturati ed oggi rappresentano il contesto ideale per organizzarvi festival, eventi musicali e feste di strada durante tutto l'arco dell'anno.

Se ti capita di girellare per il borgo in uno dei suoi momenti di calma e quiete, il silenzio mistico delle sue strade ti catapulterà in una dimensione di semplicità e naturale bellezza, sia all'interno che all'esterno delle sue vecchie mura, affacciate sulla valle che dà su Sansepolcro.

Le mura che proteggono Anghiari sembrano averlo protetto - da sempre - dall'inesorabile scorrere del tempo; le tortuose viuzze che, lentamente, si arrampicano dalla piazza fin sulla cima della collina nascondono piccoli tesori di luoghi tutti da vedere e da scoprire. Spettacolare è la strada che dalla valle arriva direttamente in cima, una linea retta con un'irta pendenza del 13%!

Main road from the valley to Anghiari

Palazzo Pretorio è stato identificato come un castello longobardo del VII° secolo, costruito su delle rovine romane preesistenti che rappresentano, quindi, la parte vecchia della città; oggi, ha una facciata decorata con gli stemmi di vari vicari e podestà che si successero nei vari anni nell'amministrazione della giustizia per conto del governo fiorentino.

Accanto a Palazzo Pretorio si trova il Giardino del Vicario, che non è un semplice bar/ ristorante con vista mozzafiato sulla vallata sottostante, ma parte integrante della storia di Anghiari.

Piazza Baldaccio e la Galleria Magi si trovano, invece, nella piazza principale, ai piedi della città, e traggono il loro nome da alcuni valorosi guerrieri che combatterono durante la famosa battaglia. La strada che separa la piazza dalla Galleria ti offrirà una prospettiva del tutto unica e meravigliosa della vallata, dandoti la percezione di quanto tu sia davvero alto (800 metri), a dominare un paesaggio che sembra essere completamente pianeggiante (ad eccezione, naturalmente, della collina dove ti trovi). Le arcate in stile moderno accanto alla piazza furono costruite nel tardo 1800 per ospitare il mercato settimanale; oggi servono per collegare la parte vecchia con quella nuova della città.  

Palazzo Taglieschi, una sorta di composizione di torri medievali riunite insieme per creare la dimora in stile rinascimentale della famiglia Taglieschi verso la metà del XV° secolo, è stato trasformato in un museo dedicato alla cultura della Valtiberina, tra cui spiccano in particolar modo le opere di Jacopo della Quercia e Andrea della Robbia.

Proprio davanti all'edificio sopra menzionato si trova Palazzo del Marzocco, denominato anche Palazzo della Battaglia. Disposto su tre piani, il museo racconta la storia della valle ed il suo collegamento con il fiume Tiberio, oltre ad esporre diversi resti rinvenuti negli scavi sparsi un pò per tutta la città. L'ultimo piano è completamente dedicato alla battaglia, della quale è esposto anche un diorama.

L'affresco de La Battaglia di Anghiari di Leonardo da Vinci

Nonostante la vittoria della Battaglia di Anghiari sia stata estremamente importante per i Fiorentini, ciò che più ricorda quest'evento ed il suo accadimento nel corso della storia, ciò che più celebra questo decisivo trionfo è l'affresco "perduto" commissionato quasi 70 anni più tardi a Leonardo da Vinci: l'idea era proprio quella di decorare con quest'opera la sala principale di Palazzo della Signoria, l'attuale Palazzo Vecchio
Leonardo progettò un dipinto di grandi dimensioni, con scene della battaglia, da realizzare sulla parete destra dell'attuale Salone dei Cinquecento.

Prendendo spunto da alcuni scritti di Plinio il Vecchio, Leonardo decise di utilizzare per l'affresco la tecnica dell'encausto. Il fissaggio dei colori, secondo questo metodo, si ottiene tramite una fortissima fonte di calore, che Leonardo cercò di creare facendo allestire sotto il suo affresco dei grossi braceri.

La procedura, purtroppo, non ebbe l'esito sperato dall'artista: non si riuscì a distribuire in modo uniforme il calore sull'affresco, probabilmente a causa delle sue grandi dimensioni, e l'opera venne danneggiata in modo irrimediabile.

Nonostante questo, l'affresco de La Battaglia di Anghiari rimase visibile per alcuni anni e diversi pittori, tra i quali Rubens, lo riprodussero. E' grazie a queste riproduzioni che ancora oggi abbiamo testimonianza di questa grande opera di Leonardo, scomparsa in seguito alla trasformazione della Sala effettuata dal Vasari tra il 1555 ed il 1572.

Nascosto in piena vista

Molti pensano che l'affresco di Leonardo possa trovarsi ancora oggi sulle pareti del Salone dei Cinquecento, sotto gli attuali dipinti, ma le rilevazioni effettuate finora non ne hanno mai dato prova, soprattutto a causa dell'imponente capolavoro del Vasari che oggi ricopre la parete dove un tempo si trovava la famosa opera...fu addirittura il Vasari che fornì degli indizi su dove cercare per trovarla! Nel maggio del 2007, su iniziativa del Ministero dei Beni Culturali, è stata nominata la "Commissione per la Battaglia di Anghiari", che si occuperà compiere le indagini necessarie per accertare la presenza o meno dell' affresco di Leonardo sotto le opere del Vasari.

Nel 2012, a seguito di circostanze controverse, sono stati presi dei saggi - o campioni - della parete che giace al di sotto del dipinto del Vasari, per capire cosa ci fosse prima del restauro: seguendo una sorta di "messaggio segreto" nascosto dallo stesso Vasari nella sua opera, gli specialisti lavorarono con l'intento di trovare Leonardo. Il risultato attuale? Con tutta probabilità, il Vasari sembra sia stato riluttante a distruggere l'opera di un artista che conosceva bene e che ammirava profondamente, motivo per cui decise di costruire una parete protettiva per salvare l'opera di Leonardo prima di dar inizio al suo imponente capolavoro.

Le controversie non sono ancora state risolte ad oggi e gli studi sull'argomento sono ancora in corso: a noi non resta altro che ammirare le copie esistenti di quello che è un altro magnifico esempio del genio di Leonardo.


Autore: Cristina Romeo

Nata a Firenze alla fine dei favolosi anni ‘70, vive da sempre nella famosa “culla del Rinascimento”. Innamorata della sua terra, è mamma di un'adorabile e vivace bimba, a cui spera di trasmettere tutta la sua passione per la loro meravigliosa e preziosa Toscana.



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